BOLOGNA – POLICRESTI: QUESTI (S)CONOSCIUTI – DR. MASSIMO MANGIALAVORI & DR. ROBERTO PETRUCCI

Time: 2 Dicembre, 2023 @ 10:00 am – 3 Dicembre, 2023 @ 4:30 pm

Relatore/i:

Dott. Massimo Mangialavori . Dott. Roberto Petrucci

Obiettivi:

Massimo Mangialavori - Policresto è un sostantivo desueto di per sé. Cito testualmente la Treccani: termine usato nella vecchia medicina e farmacologia per indicare una sostanza dotata di molteplici effetti curativi. Oppure il Sale policresto era l’antico nome del solfato di potassio e anche del tartrato sodico-potassico, sostanzialmente il nostro Kali sulphuricum anche se, con tutto il rispetto per questo interessantissimo rimedio, non mi risulta che nella nostra letteratura questo rimedio spicchi tra i primi policresti omeopatici. Larga parte della nostra comunità è ormai concorde sul fatto che la reale caratteristica di un policresto sia la ridondante quantità di sintomi repertoriali. Sicuramente non si tratta dei rimedi studiati per primi nemmeno da Hahnemann né - tantomeno - di quelli più comunemente usati da lui stesso. Rheum palmatum e Petroselinum sono solo due indiscutibili esempi. Possiamo ragionare sulla gigantesca pletora di sintomi che, nella maggioranza dei casi, non descrive affatto qualcosa di dirimente. Possiamo ammettere l’abuso di prescrizioni sintomatiche, spesso inefficaci quanto lontane dai nostri fondanti principi di individualizzazione della terapia. Policresto è un assunto del nostro lessico, che abbiamo tutto il diritto di mantenere. Personalmente ritengo che al di là del termine sia necessario distinguere le basi della nostra didattica dalla metodologia. Ragionare in termini di policresto, piuttosto che di rimedio minore, oggi è solo una questione di metodo. Diventa indiscutibile, allora, preoccuparsi di cosa definisce davvero e soltanto i policresti che usiamo comunemente. Cosa è, ma soprattutto cosa non è Sulphur, Lycopodium, Phosphorus, Calcarea carbonica e tutti gli altri. Il mio proposito per questo seminario è: - ragionare insieme sull’esperienza clinica che mi ha permesso di tentare di definire le specificità dei policresti - presentare altri casi di rimedi che molto facilmente potremmo definire para-policresti - Roberto Petrucci - I policresti sono sicuramente rimedi fondamentali nella storia omeopatica ma dobbiamo capire come posizionarli nelle nostre prescrizioni. Uno studio superficiale ed incompleto della materia medica porta alla conoscenza di un numero limitato di rimedi e, da sempre, la maggior parte delle scuole di Omeopatia hanno riservato un “posto in prima fila” a questi rimedi. La domanda che mi pongo da quando ho iniziato a capire un po’ di più di Omeopatia è: “come è possibile che le cosiddette costituzioni di circa 8 miliardi di abitanti della terra possano essere ricondotte e ridotte a qualche decina di rimedi? Siamo davvero tutti così simili?” Negli ultimi 25 anni ho basato il mio studio ed il mio insegnamento sul raggruppamento dei rimedi, a vari livelli, in modo da trovare strategie di prescrizione con l’obiettivo di cercare di prescrivere il miglior rimedio per il paziente e non il “meno peggio”. Ecco, secondo me, spesso alcune prescrizioni sono in linea con la filosofia del “meno peggio” e vengono utilizzati rimedi che solo parzialmente si sovrappongono al quadro del paziente; troppo spesso, secondo me, sfuggono i concetti di gerarchia e totalità e ci si accontenta di rimedi che potremmo definire un po’ troppo generici e sintomatici. Penso che questo seminario possa essere l’occasione per capire meglio quando sia davvero indicato prescrivere i cosiddetti “rimedi maggiori” ma soprattutto quando non prescriverli, cercando ciò che io definisco il “why not?” cioè le motivazioni per non prescrivere quel determinato rimedio e quali alternative cercare, cioè quali rimedi possano essere messi in diagnosi differenziale e cosa li differenzi, basandosi sempre sull’esperienza clinica quotidiana e sullo studio approfondito di ogni singolo caso.
Riservato ai professionisti della salute

Organizzatore:

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