“Scopo principale ed unico del medico è di rendere sani i malati ossia, come si dice, di guarirli”
(Organon § 1) Samuel Hahnemann
Se è vero, come è stato calcolato, che negli ultimi decenni è cambiato il cinquanta per cento della totalità delle conoscenze mediche acquisite, può sembrare paradossale presentare oggi come attuale un’opera medica scritta due secoli fa.
Eppure, da parte dei medici e degli studiosi di Omeopatia si continua a fare ricorso all’Organon di Hahnemann non come tributo formale di riconoscenza al fondatore dell’Omeopatia e alla sua opera capitale, ma come autentico riferimento operativo e concettuale vissuto quotidianamente nella pratica professionale.
Indubbiamente, numerevoli ed ampie sono le nuove conoscenze dovute alla moderna ricerca medica, e proprio per questo risulta straordinaria la tenuta nel tempo di questo libro che continua ad essere, per migliaia di medici di ogni Paese e tradizione culturale, il solido fondamento della ricerca e dell’esercizio dell’arte medica omeopatica.
Grazie a questa stabilità l’Omeopatia si trova a poter fruire di un’esperienza e di una sperimentazione molto vasta, nello spazio e nel tempo, come ben poche altre tecniche terapeutiche.
L’opera di Hahnemann viene qui proposta nella traduzione di Giuseppe Riccamboni, la più classica tra quelle pubblicate nella nostra lingua, che non propone ammodernamenti né particolari interpretazioni di scuola, ma solo una scrupolosa fedeltà; inoltre è l’unica versione che sia stata condotta direttamente sul testo originale in lingua tedesca dell’ultima edizione, la sesta, dell’Organon.