MENFI (AG) – ANALISI AGROECOLOGICA E APPLICAZIONE DI SOSTANZE NATURALI ALTAMENTE DILUITE IN VITICOLTURA ED ENOLOGIA

Prof. RADKO TICHAVSKY

Numerose pubblicazioni scientifiche, alcune delle quali derivanti da sperimentazioni effettuate in Italia e all’estero, soprattutto nei paesi Latino-Americani, (dove sono nati corsi di laurea in Ingegneria Agraria Organica/Biologica/Agroecologica) riconoscono ufficialmente l’uso delle sostanze naturali altamente diluite (agromeopatia) come una disciplina scientifica, tanto da essere inserita come materia di studio nei corsi di laurea o come materia di indagine nei Dottorati di Ricerca (Università di Chapingo, Università di Visosa, Università UNAM). L'utilizzo di sostanze naturali altamente diluite prevede interventi aziendali mirati, costituiti dall'utilizzo di sostanze spesso prelevate dalla stessa azienda agricola oggetto di analisi e diluite fino ad arrivare (a volte) a concentrazioni di 1 ppm o anche meno (la stessa concentrazione dei COV - Composti Organici Volatili - naturalmente presenti nei sistemi agrari. Tali interventi non sono però mai disgiunti da corrette pratiche agronomiche, cioè pratiche ad approccio agroecologico, le quali spesso costituiscono esse stesse oggetto di intervento. Ciò premesso, l’individuazione, la scelta e la somministrazione di "deboli" segnali naturali di varia origine e natura al fine di incrementare la fertilità del sistema, si inquadra all’interno di una vera e propria metodologia ad approccio agroecologico o sistemico, altrimenti detta agromeopatia sistemica. L'azienda agricola è un sistema agroecologico, in cui l'uomo interviene esercitando l'attività agricola. L'oggetto di analisi e di intervento non è più la singola pianta o il singolo impianto agrario, ma diventa l'intera azienda agricola nelle sue componenti biotiche e abiotiche e quindi immersa nel suo contesto ambientale. Un approccio del genere, permette di fare una agricoltura di segnale, in grado di innescare, tramite un effetto domino, delle vere e proprie cascate metaboliche all’interno dei sistemi complessi a reazione non lineare come lo sono gli agroecosistemi. L’ impatto che questa metodologia produce sul sistema agroecologico aziendale non riguarda solo le piante ma anche il sistema suolo. Il suolo viene considerato uno degli attori principali del sistema agrario. Non è più un substrato sterile e inerte ma un vero e proprio organismo vivente (rizosfera). Esso deve costituire parte attiva e vitale dell’intervento agroecologico tramite sostanze altamente diluite. Tramite l’azione sul suolo agrario non solo è possibile fornire il giusto grado di nutrizione alle piante, ma anche di stimolare, tramite la componente microbiologica, l’immunità innata ed acquisita delle piante coltivate. Una rizosfera attiva e biodiversa è il primum movens, la conditio sine qua non in grado di incrementare la resilienza di un intero sistema agrario. Questo approccio “agroecologico/omeopatico” si è confermato efficace nella risoluzione di problemi che ad oggi non trovano ancora adeguata soluzione con i metodi biologici classici, primi fra tutti la riduzione di fitopatologie (fungine/batteriche/entomologiche) i cui cicli biologici coinvolgono l’elemento suolo. In generale, con le tecniche previste da questa metodologia, siamo in grado di agire direttamente sul fattore suolo tramite l’incremento della fertilità sensu latu, della sua biodiversità microbiologica, della formazione di colloidi, nonché del cambiamento della struttura dello stesso. Tutto ciò, nei sistemi complessi porta ad un aumentando indiretto e positivo della sanità degli impianti agrari, dell’incremento della produttività sia in termini quantitativi che qualitativi Inoltre, va tenuto in notevole considerazione che l’utilizzo di sostanze presenti all’interno della azienda agricola o nelle aree adiacenti, nonchè la loro diluizione, fa in modo che questa metodologia permetta di ridurre notevolmente i costi di gestione aziendale. Pertanto, l’utilizzo di sostanze altamente diluite rispetta il sistema come organismo vivente, agendo come segnale ecologicamente compatibile. Gli interventi risultano del tutto sostenibili, non presentano né residui né tempi di carenza, e sono totalmente compatibile con i sistemi di agricoltura aderenti al sistema di certificazione biologica. Il percorso formativo proposto, intende fornire ai partecipanti strumenti teorici e applicativi in riferimento all’analisi e alla valutazione dell’agro-ecosistema nel suo complesso, con particolare riferimento al suolo e alla sua fertilità, all’utilizzo degli scarti aziendali e delle piante “infestanti” come bioindicatori e fonti di inoculo relazionabili direttamente con la salute del suolo.

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